venerdì 26 luglio 2024

IO AVEVO L' URUGUAY




Io avevo l’Uruguay. Lo avevo comprato con le mance domenicali del nonno in un negozio del centro. Uruguay e Bayern Monaco, quest’ultimo solo per le notti europee di coppa. Nel 1987 gli omini del Subbuteo dell’Uruguay erano tutti belli scuri per cui alle altre squadre pensavo di incutere timore, e ne andavo fiero. Se c’era però da disputare il campionato italiano ecco allora che la divisa della “celeste” la prestavo al Napoli. C’era Maradona un po’ scuro, ma poco importava, fondamentale era riuscire ad entrare nel cerchio di amici che giocavano a Subbuteo. Era il 21 Ottobre del 1987 e scendendo due rampe di scale del mio condominio entravo per la prima volta nell’appartamento vuoto dei genitori del Vaila. Troppo facile radunarci lì e piazzare il tavolo verde al centro del salone sgombero da arredi. Giocava il Milan a Lecce in Coppa Uefa contro l’Espanyol quel pomeriggio, e le due pere alle spalle di Giovanni Galli fecero molto male al Tato, le notizie via radio da “Via del Mare” influirono anche sulle sue prestazioni al tavolo da Subbuteo, il suo Milan non girava un granché su entrambi i campi da gioco, il suo idolo Virdis restò all’asciutto. Il Benz usava la Roma, non era un gran giocatore di Subbuteo, proprio come me, spesso ci contendevamo la palma del peggiore nei vari tornei, però poteva schierare Sebino Nela, suo idolo anche al campetto dove giocavamo a pallone, per via delle carezze destinate agli attaccanti avversari. Il più alla moda era Chiodo, utilizzava la Sampdoria di Vialli e Mancini ma soprattutto si presentava con gli striscioni ultras della curva blucerchiata disegnati e pitturati a mano. Supertifo iniziava a mietere pensieri facinorosi nelle nostre teste adolescenziali e quella degli striscioni sullo steccato divenne un’abitudine consolidata. Massi scendeva letteralmente sul tappeto con la Lazio, era talmente impegnato nel non mollare un centimetro nel gioco che le gocce di sudore della sua fronte bagnavano il tappeto verde. Il Seve veniva accusato di essere un antisportivo perché manovrava le azioni con solo due omini a discapito di un gioco più ampio e spettacolare. La sua Juventus fu bruttina ma efficace nel risultati. Infine c’era il Vaila, padrone di casa, ottimo giocatore di Subbuteo. Giocava col Genoa, noi gli rinfacciavamo che fosse il più bravo perché poteva allenarsi quando voleva. La verità è che il pallone da Subbuteo contro di lui, non lo vide mai nessuno per via della sua abilità con le dita. Quei pomeriggi divennero frequenti, così come le nostre frequentazioni fuori dal tappeto verde. Trentaquattro anni dopo ho ancora un tavolo da Subbuteo in casa e sono rimasto abbastanza scarso come giocatore. Ogni tanto i miei figli lo tirano fuori dal ripostiglio. Non mi intrometto più nel gioco e sento le grida provenire da camera loro. Nela, Renica, Virdis e Tricella sono stati sostituiti da Messi, Cristiano Ronaldo e Neymar. Il tempo passa inesorabile ma in fondo la magia è sempre la stessa, tocco sotto con l’indice per metterla nel sette.

DP

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Monaco di Baviera (Allianz Arena e Olympiastadion)

 Settembre 2005